1. |
tu eri con me ed io
03:07
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TU ERI CON ME ED IO
(f. plomitallo / g. plomitallo)
ho bisogno di parlarti e dirti qul che sento
e in questo paradiso artificiale
io mi muovo in mezzo ai fiori e sfido questo vento
tu eri con me ed io
mi lamentavo e mentre urlavo
mi addormentavo e non ti aspettavo
e con gli amici un po’ mi vantavo
ed ero convinto che ti meritavo
ma poi io potevo e non ti evitavo
e tu che chiamavi ed io ti insultavo
e quando di notte mi rilassavo e un po’ sbadigliavo
colleziono i miei rimpianti per dirti cosa cerco
tra urla vuote semplici e ovattate
e ripenso ad ogni abbraccio insieme al tuo sorriso incancellabile
mi consolavo e mentre mi odiavo
non ascoltavo ed io ti cercavo
in noi felici e quindi sognavo
e dal recinto mi allontanavo
ma poi io tornavo e un po’ ci speravo
e tu che cantavi ed io che ti amavo
e quando la notte poi mi svegliavo
e non ti trovavo con me
con me con me
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2. |
regola
03:29
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REGOLA
(f. plomitallo / g. plomitallo)
regola… che misura il rendimento del tuo sorriso argento
che non si spegne mai…
ma credo che non sia quell’eterno gredimento
che ora mostri e scrivi la tua
regola… che si veste così con i suoi doposci ogni giovedì
parcheggiando le idee in divieto di sosta sottovoce
rilegando le parole nelle cene di teorie e fobie
eresie poesie e malinconie
e ora regola…
e dimmi di si mentre vesto il momento del mio tradimento…
il mutamento…
regola… dimmi… dimmi… dimmi…
ora stringi orchidee mentre calchi platee
le maree che sfamerò e placherò
regola…
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3. |
verba manent
04:15
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VERBA MANENT
(f. plomitallo / g. plomitallo)
parlo dietro al vetro e tu non ascolti la dialettica
e quello sguardo tetro in su
che mastica i duri e rari passi che camminano
le ombre con me digiunano e le lingue perché
lusingano l’azione che sa?
e da l’idea dell’acquazzone e dell’oro
dei giorni che laverai
nei lavatoi dove vivono gl’avvoltoi
ma la noia si annoia ad ascoltare il tuo solletico
nei meandri dei labirinti miei
e negli abissi andrei rimpiangendo il sorriso
che non conosce il tuo viso
e tra le smorfie e le offese abbandona le pretese
oltre le tue porte chiuse
che aprirò con le scuse delle magie illuse
e scanserò gli ostacoli e piangerò i miracoli
e oltre ogni bugia nascerò
ora ascolto parole in questo giorno precoce
e chiudo in gabbia l’urlo felice
che assorbe i profumi e li bagna nei fiumi
e li vesto coi costumi
mentre suona l’invidia provo e scanso l’insidia
ma muoio nella tua perfidia e nell’ingenua furbizia
scrivo la parola malizia certo della bella notizia
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4. |
la mia assenza
02:54
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LA MIA ASSENZA
(f. plomitallo / g. plomitallo)
il vento spettina i giardini imbalsamati
dove il sole ora sfiora la noia degli affamati
negl’occhi miopi ma dalle facili promesse
delle genti nei giri di un fantomatico calesse
che pagano il debito alla cassa degli accordi
mentre l’abito diamantato si scuce lungo i bordi
di un sorriso che allevia la sofferenza
di un bambino che sente
intensamente la mia assenza
perché…
perché senti la mia assenza?
non so
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5. |
le mie idee imperfette
04:10
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LE MIE IDEE IMPERFETTE
(f. plomitallo / g. plomitallo)
le mie idde imperfette sono aghi nelle lamette
e un sogno che non promette di ascoltare frasi dirette
che sono spesso costrette a vendette un po’ sospette
che vengono poi corrette in questo mondo di etichette
esco dai miei silenzi
che sono oltre la tenda buia
dei miei romanzi negli innumerevoli sforzi
annego dentro al mare negli avanzi dove nel buio poi
mi accarezzi avvolto negli addobbi natalizi
le mie idee imperfette sono lance anzi lancette
che segnano le marionette questo tempo che non smette
di indossare le mie magliette a fatica ma non ammette
le parole tra virgolette concepite nelle provette
guardami edentro e se hai voglia cercami
dentro te e avrai tutto di me
le mie idee imperfette sono macchie di un siero infette
come lettere mai lette ripiegate e ancora intatte
scivolose come saponette mentre anime e valigette
ma mi arrampico sulle vette mentre attendo la pioggia e smette
e ora recupero il tempo perso sui gradini immaginari
che salgo faticosamente insieme alle mie idee imperfette
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6. |
l'antipatico
03:50
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L’ANITIPATICO
(f. plomitallo / g. plomitallo)
il silenzio è solitario e non ritrova più l’uscita
da un labirinto immaginario vede tutto un po’ in salita
è a passi scalzi e si lamenta che ora fa più male del dolore abituale
e gli dicono che sono l’antipatico
in questo gruppo dove il bravo è sempre isterico
nella follia di uno schema matematico c
he lamenta ancora il gusto e il senso estetico
oh… oh… oh…
la notte vive assente dietro ai catarifrangenti
delle auto in sosta mute sorde e donne appariscenti
stando dietro a mondi e dietro a un gioco ancora virtuale
si innamorano del banale
che trasforma ogni lavoro dentro a un sogno fantomatico
mentre cerca di scappare a un mondo indegno e pragmatico
perché sono tristemente e sempre ancora l’antipatico
e anche senza un ansiolitico
mi ubriaco d’aria mentre cedo il passo
a chi mi illude e dice che è sempre lo stesso
e piango pioggia prego e cado come un sasso
in quel momento dove perdo tutto il nesso
all’abitudine tradita nel riflesso dove vola l’ombra e beve del diverso
e tesse tele il sarto e tutto resta impresso
fino all’ultimo saluto con un ciao omesso
il setaccio negli incontri delle idee modellate
dove ognuno parla a vuoto e cerca sillabe slacciate
influenzando lievemente il rifiuto smoderato
dell’antipatico un po’ sbiancato
nelle sterili promesse improponibili di obiettivi statici improrogabili
verso premi che ora brillano immutabili
per quei ruoli che rimangono incurabili
in un’arena senza uscita e senza pubblico
mi rifugio nel silenzi omentre supplico
l’antipatico col suo senso biblico
che sorride e ghigna come un triste cinico
oh… oh… oh…
…come un cinico…
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7. |
l'ironico destino
04:34
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L’IRONICO DESTINO
(f. plomitallo / g. plomitallo)
le foglie cadono e lente scendono
su un letto magico ed io nell’angolo
osservo in bilico le luci che abbagliano
i passi e salgono e segnano
il tempo è il brivido ed è sempre più avido
ruvido pallido
in questo giorno che è ibrido e scettico
mi travesto da orrido e imito
il brusio di un attimo unico
disegno cuori e visi e sciolgo i sorrisi
negli inverni innamorati non ancora consumati
e ricerco l’intimo tra il tremore del timido
falso e comodo e solido
un mare etilico un tormento sismico
fatidico scomodo
nelle storie che accadono e atterrano
su un tetto illogico e simbolico
ed io dal vicolo osservo
con lo sguardo dondolante
l’ironico destino
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8. |
spuntano i fiori
04:40
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SPUNTANO I FIORI
(f. plomitallo / g. plomitallo)
spuntano i fiori e crescono in questo silenzio arido
dove ora i nodi si sciolgono tra gli arcobaleni e vivono
nell’emozione dell’anima e torno felice a vivere
quest’esperienza di speranza
così il fiore sboccia e danza
e si nutre di eleganza
colora le mani e i petali si schiudono come le ali
degl’angeli inermi e brillano di ogni purezza e vincono
cresce lo stelo nello stagno purifica il fango e il sogno
ora inebrio i cinque sensi
profumati come incensi
nelle stanze i cieli tersi
dietro ai pianti che hanno sete
di vittoria e di memoria
per cercare un po’ di gloria
free your body free your soul
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9. |
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L’ULTIMA ACROBAZIA DEL LADRO
(f. plomitallo / g. plomitallo)
l’ultima acrobazia del ladro è mettermi la mente a soqquadro
ordino gli esempi e libero il fiuto del mio cuore che pulsa
di emozioni e di incomprensioni.
e in caso di emergenza districo la mia tristezza nel pregiudizio
di un labirinto variopinto
l’ultima acrobazia del ladro è mettermi la mente a soqquadro
sbloccando l’ingranaggio sterile mentre l’intruso versa lacrime
ospito gli scempi e tollero l’aiuto dell’attore che falsa
le ambizioni e le restrizioni
dell’accoglienza fredda e abdico la mia amarezza di un armistizio
l’ultima acrobazia del ladro è mettermi la mente a soqquadro
scappando col bottino inutile mentre si sveste cerca le ultime
disillusioni e avanzi di anime tagliando il filo delle intime
corde che legano idee pessime
scappando dentro a un vuoto immobile.
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