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impronte digitali

by francesco plomitallo

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1.
l'incognita costante (free) 03:14
L'INCOGNITA COSTANTE (f. plomitallo / g. plomitallo) sono distratto e infastidito da questo falso garantismo e dal trucco incorniciato da un pacifico egoismo nell’instancabile avventura immaginaria tra i mattoni grigio muffa e si rovina poi la stoffa del gran rumore che solletica la mimica e sfalsa la lacrima più gelida, la metrica ora il circo è alle mie spalle e io camuffo la mia pelle e mi nutro di memoria mentre attendo la vittoria con la cattiveria di un boia mentre suona un po’ l’invidia della notizia che ora insidia il rumoroso tram che attraversa imperturbabile la città cadenzando le metodiche fermate come il passo di un soldato che ora marcia su diplomatiche routine imprigionato in questo film dove al rosso del semaforo io fotografo la protezione e la scia la grande follia l’immensa mania delle auto dirette a cena in un campo d’avena che magica scena io restauro il sorriso disorientante nell’incognita costante.
2.
il pittore della musa (free) 04:44
IL PITTORE DELLA MUSA (f. plomitallo / g. plomitallo) mantelli coprono colori intensi che violenti imbrattano i muri e vendono il perdono a caro prezzo. ora sono qui nella mia solitudine e mentre vivo l’ora blu ti disegno sulla tela e mi sento il pittore della musa la malinconia in bianco e nero è come uno schizzo di grafite che si perde in questo labirinto dove cerco una voce amica ora sono qui nella mia solitudine e mentre vivo l’ora blu ti disegno sulla tela e mi sento il pittore della musa …illusa… il mondo ti appartiene e in caso di emergenza io mi abbandono a te ora che sei il mio senso un amore deciso immenso e denso e la tua voce mi consola quando la mia amina non vola e mi trovo ancora qui come tu saprai a districarmi dentro a questo senso e mi sento ancora qui come tu saprai il pittore della musa
3.
le ali che non ho (free) 04:06
LE ALI CHE NON HO (f. plomitallo / g. plomitallo) non ho mai avuto quel coraggio intelligente di regalarti una carezza e di stringerti in un abbraccio la fibra del profumo ha freddo e lentamente scorda un po’ le mie corde che hanno stretto idee balorde e questi miei bugiardi pregi sono anche i miei difetti assurdi siedo all’ombra del mio sole e nel cuore ho i cristalli di neve avevo scarpe lucide e ora sono luride e provo a cancellare le impronte indelebili ma eccoti qui a parlarmi di questo giorno che vive nel tempo dei miei libri che leggevi e ridevi ti cerco nello stagno questo immenso mare immobile che chiude il silenzio eterno mentre brucia il mio cuore scherno pago la mia pena giusta ma non mi aspetto più la festa avevo mani piccole e ora sono livide e provo a ricucire le frasi improbabili che ho speso spesso umiliandoti nel tuo sogno che vive nel giorno dei miei brividi che vivevi e piangevi ora dici no e ora che lo so cerco le ali che non ho
4.
UN MONDO SENZA PASSWORD (f. plomitallo / g. plomitallo) il mondo che vorrei è senza password… password… si ! così io volerei… senza password… password… si ! ho riaperto l’altro ieri il mio scrigno dei ricordi ed è volato l’aquilone sui miei tetti di pensieri dove polvere e misteri l’hanno fatta da padrone difendendo ogni odore aiutato dal sapore in un riparo dal dolore mentre l’anima si pente un sogghigno ora pende in questo mondo un po’ serpente il mondo che vorrei è senza password… password… si ! così io volerei… senza password… password… si ! e ora sono un po’ più schivo e ho continuato il viaggio smantellando i miei lucchetti cancellando ogni traccia che imprigioni le mie idee soffocando nel mio giorno la lingua è un’arma tagliente e la critica è un gioco perdente mentre giudica la parola fraintesa io mi inchino all’inutile offesa il mondo che vorrei è senza password… password… si ! così io volerei… senza password… password… si !
5.
il natale delle anatre (free) 03:05
IL NATALE DELLE ANATRE (f. plomitallo / g. plomitallo) Sem e tam Sono partiti per il viaggio cancellando Ogni debito contratto col presente Percorrendo strade invase dal consumo Ma nell’aria respiravano il profumo Di un’estate arrivata solo nelle vetrine E un cappotto abbandonato sulle panchine Della piazza affogata nel cemento In quel costume del seicento Dove la noia si fondeva col rancore E si moriva in un silenzio di rumore Sem e tam Sono giunti in quel villaggio raccontando Di ogni cuore incontrato e medicato Sorvolando nuvole pregne di lacrime Ma nel cuore rifugiava quel sapere Di un inverno che apriva le sue porte E spogliava i giardini colorati Rivestendoli di macchie sulla pelle E svendevano il rispetto per le stelle E fu notte interminabile e inattesa Dove quelle piume trasmettevano la resa Del natale delle anatre e a sorpresa Quella solitudine svaniva incompresa Sem e tam Si incamminarono verso il sogno del destino Tra le strade del loro cielo più vicino È il natale delle anatre che si perdono in queste vasche gelide Mentre il mondo si rifugia e non comprende Sem e tam in giro a togliere le bende
6.
il gemello bello (free) 04:04
IL GEMELLO BELLO (f. plomitallo / g. plomitallo) dai !!! vai… e liberati di me questo silenzio è un urlo intenso dai !!! sai… che una serenità invisibile riscriverà sui miei guai nell’attesa del mai tra un petalo bianco sono un lupo nel branco che morde le parole e i tormenti tra le bugie evidenti nel giorno dell’anello del mio gemello bello. dai !!! sai… che oggi anche il sole starnutisce per la polvere dei tuoi diari preziosi come breviari che narrano di vergognosi pregiudizi marchiati nei labirinti della memoria esaltandone la gioia di una inverosimile storia transitoria un addio virtuale oltre ogni dubbio banale ora chiudo il cancello del mio gemello bello
7.
L'INSONNIA DELLE STELLE (f. plomitallo / g. plomitallo) tutto quello che desideri l’avrai basta soltanto socchiudere un po’ gl’occhi perché il sole sfiori la tua pelle d’ambra e denudi l’orizzonte ma il tempo è vulnerabile e sei un po’ irascibile ti senti inaffidabile e quindi più sensibile così il ricordo si fa sempre più aleatorio sussultorio come è difficile spiarti tra gli specchi che deformano i movimenti perché quel dubbio sull’amore ora è un gesto abituale vivi il tempo stoni il canto e la campana dondola sui tuoi divieti e strappi i fogli dei calendari e sporchi le pareti ingenuamente e la quiete nasce e cresce dove muore questa folle tempesta di sole l’arcobaleno è una smorfia di dolore una foto di una calma apparente
8.
LA GENERAZIONE DEL POLLICE (f. plomitallo / g. plomitallo) ho deciso di nascondermi dietro ad un filo ma al risveglio non c’era forse perché ho sonnecchiato troppo tempo col mio viso di cera e ho trovato tutto il senso trasformato il mio presente è il passato mentre mi guardi e allunghi la mano dimmi chi sei… io posso capire dimmi chi sei… provo a smentire dimmi chi sei… mi sento svenire dimmi chi sei… io vivo vivo si !!! ora sento il mio pensiero emarginato e tutto è un vuoto malato questo vento soffia un po’ confuso un sopruso che mi obbliga qui nell’epoca della generazione del pollice dimmi chi sei… io voglio sapere dimmi chi sei… contro il dovere dimmi chi sei… non voglio cadere dimmi chi sei… io vivo vivo si!!! ora è il tempo di imparare questa semplice parola la migliore più intonata che accarezza la cultura e aderisco a iniziative che poi riempiono le stive di barili di attenzione che decorano le aiuole e la nuvola di pioggia che è un batuffolo d’ovatta una bolla sotto vuoto in un barattolo d’ignoto e non ho voglia di affidare a nessuno le mie idee mentre cerco da eremita una voce amica dimmi chi sei… dimmi chi sei…. dimmi chi sei… io posso capire dimmi chi sei… provo a smentire dimmi chi sei… mi sento svenire dimmi chi sei… io vivo vivo si !!! dimmi chi sei… io voglio sapere dimmi chi sei… contro il dovere dimmi chi sei… non voglio cadere dimmi chi sei che in emergenza chiedo indulgenza e cerco la presenza oltre l’apparenza per colmare la tua assenza in un gioco di convenienza oltre l’innocenza io vivo vivo si!!!
9.
la pancia del mostro (free) 05:00
LA PANCIA DEL MOSTRO (f. plomitallo / g. plomitallo) i giardini coprono le code rosse… il diavolo sconti e saldi svendono le promesse… ci illudono quanti fiori sbocciano sul terreno arido felici si innamorano ma appassiscono all’unisono ora muoiono e gl’altri piangono sorrisi e lacrime intime e inanime sono magiche e anche comode perché dormono su pietre morbide rosa e bianco è questo cuore il tuo sorriso è il mio dolore brilla e grida con ardore il profumo del mio sole il cielo è grigio fumo una volta si sentiva il profumo ora non mi sento più nessuno la mia anima hanno venduto ora parlano e ci mentono si ubriacano mentre brindano e le dignità si perdono sulle croci che ci cullano
10.
l'assegno delle beffe (free) 03:27
L'ASSEGNO DELLE BEFFE (f. plomitallo / g. plomitallo) avevo gl’occhi un po’ annebbiati dalle lacrime e dal vento e trascinavo stanco e assente questo passo sconsolato nel silenzio addormentato del giardino che regala strane ombre e movimenti immaginari oltre lo sguardo perso nel vuoto delle statue di granito che rappresentano il potere e poi il sudore di battaglie vinte e perse dietro agl’angoli del cuore scavavo l’anima e la terra per cercare l’oro azzurro ma invece cancellavo i passi e le impronte dalle suole indelebili frammenti e invisibili lamenti imprigionati dentro al peso di un segreto labirinti di memorie stanche senza un’emozione capolavori di follie persi nelle ipocrisie abbandonando il pregiudizio che mi infanga e non mi fa dormire sereno poi la notte non parlavo più con te perché spendevo le parole dietro al banco dei miei pegni e mi dicevano sicuri che i miei pregi erano anche i miei difetti impacchettati senza fiocco e svaniti in un balocco ho camminato fra le false coincidenze e mi destreggiavo fra ingannanti maldicenze e percepivo quel compenso sempre più imponente nel segreto più importante ho nascosto il tempo tra la forza delle onde ma il mare vomitava la clessidra sempre più distante e mi aggrappavo con le braccia sempre e ancora goffe a quell’immenso assegno delle beffe la banchina di quel molo ospitò il mio fiato caldo e mi sussurrava le parole indecifrabili e inviolabili incuriosendo l’aria umida e leggera che spiava con amore il mistero del labiale neve e sabbia si fondevano al mercato dell’usato sui prezzari scritti a mano dentro al sole dell’autunno riscaldato da coperte un po’ bucate che ho comprato ingenuamente barattando le camicie ho riparato il palco e le mie vele stanche e quei fiocchi imbiancavano le mie tele bianche e mentre parlo tiro i fili dei miei sogni che mi parlano sereni come fossero dei figli ho cancellato tutto quel rancore eterno e ho bruciato ogni mio dolore immenso svincolando le mie braccia sempre e ancora goffe da quell’immenso assegno delle beffe.

about

Ho sporcato d'inchiostro le mie emozioni per renderle indelebili e questa incancellabile marchiatura del destino respira l'aria del mio presente. Ogni solco dell'impronta, come una ruga, raccoglie e custodisce i miei segreti. Una seta filata e infreddolita si consola ricucendo la ferita ed attende lentamente che albeggi per sorridere al nuovo giorno che verrà.
FP

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released December 12, 2014

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francesco plomitallo Milano, Italy

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